Capitolo zero: Un passo alla volta

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Ogni storia ha bisogno di un punto di partenza. Di un incipit sufficientemente intrigante da permettere al lettore di addentrarsi nelle vicende narrate. Ma se del soggetto al centro del racconto ne avesse già sentito parlare in abbondanza, in maniera disconnessa, spesso confusa, cinica e difficilmente approcciabile? Con ogni probabilità sceglierebbe un nuovo romanzo. A meno che il libro promettesse di affrontare l’argomento in maniera del tutto nuova, lineare e semplice.
Il nostro proposito per trattare il tema della sostenibilità è questo.
E per rispettarlo partiremo dalle basi. Perché per comprendere al meglio le problematiche attuali, bisogna conoscerne le radici.

Non parliamo di un concetto nato negli ultimi anni. Studiosi e scienziati prima, rappresentanti dei governi poi, hanno cominciato a discuterne decenni prima di noi, quando il crescente inquinamento ambientale e lo sfruttamento intensivo di risorse non rinnovabili hanno iniziato ad influire negativamente non solo sull’ecosistema considerato nel suo complesso, ma soprattutto sullo standard di vita dell’uomo che è parte di quell’ecosistema.
Una visione antropocentrica dunque, evidenziata durante la prima conferenza ONU sull’ambiente umano del 1972, tenutasi nella capitale svedese di Stoccolma. È qui che viene introdotta la nozione di sostenibilità, ed è qui che l’importanza per la protezione ambientale viene imprescindibilmente connessa al benessere dei popoli ed allo sviluppo economico del mondo.

Siamo agli albori di un processo che, undici anni più tardi, porterà all’istituzione della Commissione Mondiale per lo Sviluppo e l’Ambiente, presieduta dalla norvegese Gro Harlem Brundtland.
Nel 1987, nel rapporto che prende il suo nome, viene finalmente determinato l’obiettivodello sviluppo sostenibile, attraverso una definizione a cui ci rifacciamo ancora oggi:

“Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Un concetto quanto mai dinamico, mutevole, che si adatta ai tempi e viene influenzato dall’evoluzione tecnologica che trasforma la relazione tra ambiente ed esseri umani.

Negli anni Novanta il principio si consolida. In questa fase entra in gioco l’importanza dell’impegno dei singoli per un’azione congiunta e siconferma una rappresentazione del concetto di sviluppo sostenibile fondata su tre fattori interdipendenti: la tutela dell’ambiente, la crescita economica e lo sviluppo sociale. Aspetti che si sostengono reciprocamente allo scopo di costruire una società più equa per tutti.

Ma questa equità non può essere raggiunta se qualcuno viene lasciato indietro, se non si lavora congiuntamente per abbattere la povertà estrema, per ridurre la mortalità infantile, per sradicare la fame nel mondo. È a questo scopo che, all’inizio del nuovo millennio, i 193 stati membri dell’ONU si sono dapprima impegnati a raggiungere 8 obiettivi di sviluppo del millennio (MDGs) entro l’anno 2015 e successivamente hanno sottoscritto l’Agenda 2030, che ingloba 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) da raggiungere entro il 2030.

Questa è l’evoluzione che la nozione di sostenibilità ha avuto nel tempo, ed i traguardi che i governi del mondo, almeno a parole, promettono di raggiungere. Ma sarebbe estremamente ingenuo non considerare gli interessi economici ed i giochi di potere di cui sono spesso artefici ed altre volte soggetti.
Ed è questo che permette alla società civile di entrare di diritto nella discussione. Perché l’emergere di nuove problematiche conferma l’esigenza di coinvolgere la collettività nel dibattito.
La storia dimostra infatti che i cambiamenti possono nascere dal basso, che un piccolo traguardo raggiunto oggi, può essere in grado di influire drasticamente sulla società di domani.

Salvaguardia ambientale, rispetto della parità sociale e crescita economica inclusiva: concetti apparentemente astratti che, se incorporati nelle abitudini giornaliere attraverso piccole scelte consapevoli, potranno trasformarsi in azioni estremamente concrete e di impatto.
Se da un lato le risorse continuano ad esaurirsi ad un ritmo costante, il cambiamento climatico e l’inquinamento ambientale mostrano i loro segni, la diseguaglianza sociale presenta le sue vittime, il mondo si sta muovendo a favore di chi esige un cambio di rotta, in maniera più imponente che mai.  Come individui liberi, abbiamo la possibilità di scegliere che tipo di impronta lasciare dietro di noi, come comunità abbiamo l’opportunità di unirci e lottare per ottenere cambiamenti sistemici.
È il momento giusto per intraprendere questo cammino, con cognizione e perseveranza, un piccolo passo alla volta.